6 Febbraio 2024

25 novembre – 8 marzo

Lo scorso 31 gennaio era in calendario il secondo incontro del progetto dal titolo “25 novembre – 8 marzo” che vede coinvolte alcune classi dell’Istituto Aldo Moro e del Liceo Lorenzo Rocci.
Abbiamo commentato il libro di Michela Murgia, Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più; dal dibattito sono emerse molte riflessioni e ci siamo lasciati con molte domande.
Di seguito trovate una breve recensione del libro discusso in questa occasione e di altri.
Gli studenti e le studentesse ne hanno curato la recensione e ci consigliano di leggerli!

📚 Dove vai, dove sei stata? di Joyce Carol Oates

Recensione di Biondi, Nikshiqi, Zonetti

Il titolo di questo racconto ricorda le tipiche domande che i genitori rivolgono ai propri figli quando escono o quando rientrano a casa, ma che alla protagonista del racconto e alle sue amiche nessuno rivolge.

Nella sua storia l’autrice immagina un dialogo tra un uomo misterioso di nome Arnold Friend, e Connie, una tipica teenager americana. Il racconto è molto drammatico e coinvolgente, attraverso le parole dell’autrice, si percepisce tutta la tensione e le emozioni contrastanti provate dalla ragazza in diverse situazioni.

La musica ha un ruolo fondamentale nella narrazione, grazie ad essa la testa di Connie si riempie di sogni, ma è anche uno strumento usato dall’uomo per avvicinarsi ed entrare in confidenza con la ragazza.

Inoltre è importante anche nella genesi del racconto, che la scrittrice dedica a Bob Dylan

poiché la sua musica, in particolare la canzone “It’s all over now, baby blue” sembra

condividere la stessa atmosfera sospesa che pervade il testo.

📚 La Resistenza delle donne di Benedetta Tobagi

Recensione di Cesandri, Peretta, Placinta, Ranazzi, Scardocci.

Il libro che presentiamo è la “Resistenza delle donne” di Benedetta Tobagi, vincitore del premio Campiello nel 2023.

Il libro riporta una serie di testimonianze delle donne che hanno preso parte alla Resistenza italiana, Elena Rossi, Maria Bianchi, donne straordinarie che si sono ribellate partecipando attivamente ai movimenti della lotta, facendo rumore davanti alle ingiustizie in nome della libertà e dell’uguaglianza.

La lettura di questo libro è un diretto spunto di riflessione per il momento storico-culturale che stiamo vivendo, questo perché approfondisce l’origine di tematiche ancora molto discusse al giorno d’oggi. Ciò che lo rende diverso dagli altri testi è proprio il fatto che riporta diverse storie e punti di vista, regalando dunque un quadro completo e ampio di ciò che è stato. È inoltre molto interessante il modo in cui la scrittura, fluida e a tratti emozionante, permetta un approccio curioso a una scelta editoriale e stilistica lontana dal romanzo; il libro, infatti, non segue un vero e proprio ordine logico, bensì si concentra maggiormente su immagini, approfondimenti e attestazioni di carattere storico. Nonostante questo, il testo parla a ognuno di noi e ci invita a rianimare l’ardore della lotta per ciò che ci spetta di diritto o che tuteli il prossimo.

 

📚 Stai zitta! di Michela Murgia

Recensione di Foderoni.

In questo mese ho letto il libro “Stai Zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più” della scrittrice italiana Michela Murgia. Il testo affronta la dinamica discriminatoria nei confronti delle donne, evidenziando come la violenza subita, passi anche attraverso il linguaggio.

La Murgia evidenzia come l’italiano sia una lingua estremamente maschilista: pensiamo agli aggettivi che si riferiscono ad entrambi i sessi, utilizzando però soltanto la forma maschile, oppure ad alcuni mestieri per cui il femminile nel nome non è di uso comune, ad esempio sindaca o architetta.

L’autrice affronta anche il tema del “mansplaining” che aiuta a diffondere questa cultura maschilista; con il termine “mansplaining” indichiamo quell’atteggiamento con il quale l’uomo si sente in dover di spiegare ad una donna anche le cose più semplici, per mostrarsi più intelligente e per far apparire la donna come meno capace.

Il libro affronta poi altre tematiche affini, è ben scritto e pensato, non eccessivamente lungo e di piacevole lettura nonostante si affrontino dei temi molto forti. Questo libro ha il pregio di far riflettere su un tema molto delicato che ha caratterizzato secoli e secoli di storia e, sfortunatamente, è ancora attuale.

Recensione di Costarella, Gogontea.

Ciò che ci ha spinto a leggere “Stai Zitta” di Michela Murgia è stato il titolo stesso, dal momento che almeno una volta nella vita abbiamo sentito pronunciare questa frase da un uomo rivolgendosi ad una donna. Difatti in questo libro, attraverso l’esperienza dell’autrice, si possono analizzare una moltitudine di frasi e pregiudizi che il genere maschile e, anche femminile, rivolge alle donne. Il passo del romanzo che ci ha colpite di più è stato il capitolo intitolato “Spaventi gli uomini “: in questo paragrafo l’autrice racconta del momento in cui ha deciso di candidarsi alla presidenza della regione Sardegna, e di come le fu detto di vestirsi in modo da non sembrare né troppo femminile, né troppo elegante; in seguito, citando il discorso della scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie, riflette su come le donne vengano percepite in maniera negativa rispetto all’uomo, nonostante compiano le medesime azioni. In sintesi questo libro sottolinea in modo chiaro come il ruolo della donna sia continuamente denigrato e posto spesso in secondo piano; inoltre è uno spunto di riflessione sulla necessità di un cambiamento socio-culturale della società in cui viviamo.

📚 Paolo e Francesca di Matteo Strukul

Recensione di Cesandri.

Paolo e Francesca di Matteo Strukul è un romanzo accattivante da leggere tutto d’un fiato. La sua scrittura poetica è abile nel far rabbrividire il lettore capitolo dopo capitolo, rievocando la storia di una passione divenuta leggenda. La penna di Strukul dà voce a una giovane donna che combatte per affermare il suo ruolo, ma alla quale viene sottratta persino la possibilità di amare. Francesca è intelligente, caparbia e coraggiosa; pronta a tutto pur di rivendicare il suo volere, anche a costo della vita.

Un romanzo intenso e profondo, ricco dei più dolci spunti letterari, capace di far riflettere ed emozionare.

 

📚 Mille splendidi soli di Khaled Hosseini

Il libro “Mille splendidi soli” è ambientato in Afghanistan e racconta la storia di due ragazze nate e cresciute in contesti socio-culturali diversi, che si ritrovano a sposare un uomo di nome Rashid, quindi a subire le stesse violenze e gli stessi abusi.

Mariam, la prima moglie, è la figlia illegittima di un ricco signore, quindi cresce nella miseria insieme alla madre infelice. Laila, invece, abita a Kabul con la sua famiglia, ma la sua casa viene colpita dai

bombardamenti e rimane orfana. Le due ragazze vengono maltrattate e tentano la fuga, ma vengono

fermate dal marito che prova ad uccidere Laila. Così Mariam, lo colpisce con una pala ponendo fine alla sua vita. Alla fine del romanzo, per salvare la vita di Laila e dei suoi due figli, Mariam si sacrifica per lei, confessando l’omicidio di Rashid per poi essere lapidata.

Prima dell’esecuzione pubblica, le riaffiorano i ricordi: pensa alle parole che la madre le aveva detto da bambina, “Come l’ago della bussola segna il Nord, così il dito accusatore dell’uomo trova sempre una donna a cui dare la colpa. Sempre. Ricordalo, Mariam.”; pensa a suo padre, Jalil, che l’aveva abbandonata perché illegittima; pensa a Laila e ai suoi bambini, che avrebbe voluto veder crescere, poiché loro erano stati la sua felicità, quella felicità che voleva a tutti i costi, perché alla madre non era stata concessa. Mariam ha paura di morire, ma accetta la sua fine, anzi in punto di morte viene pervasa da un senso di pace, come se tutto fosse tornato al proprio posto, “la fine legittima di una vita che aveva avuto un inizio illegittimo”, così la definisce lei stessa.

Questo passo sottolinea come la concezione della donna, radicata nella cultura di un popolo, abbia come effetto quello di far credere alle donne stesse, nello specifico Mariam, di meritare una fine così disumana. La ragazza affronta con dignità la sua morte perché spinta dalla società a credere che fosse giusta. La stessa società per la quale lei era stata una moglie ingrata e aveva privato un bambino dell’amore di suo padre, quella società incapace di vedere la sofferenza di donne continuamente violentate.